Ippolito II d'Este, essendo figlio di Lucrezia Borgia (nata dalla lunga relazione tra Rodrigo Borgia, noto ai più come papa Alessandro VI, e Giovanna de Candia dei Cattanei, nota come Vannozza) vantava una parentela materna di tutto rispetto anche perché il nome della famiglia Borgia era in genere associato allo strapotere politico ed economico raggiunto con qualsiasi mezzo dai vari componenti di questa nobile famiglia che, con perversione, corruzione e inganni, acquisiva sempre maggior potenza accrescendo, anche con unioni matrimoniali mirate, il proprio patrimonio. I Borgia furono infatti una delle famiglie più influenti d'Italia nel XV e XVI secolo anche grazie allo sfrenato nepotismo di papa Alessandro VI, che cercò di favorire con ogni mezzo i propri figli.
Lo stemma del casato raffigura, a seconda dei rami, un toro rosso passante in campo giallo e verde, con una bordura rossa o oro e otto fiammelle d'oro o verdi.
Il vero nome dei Borgia era in catalano Borja (anche se attualmente in spagnolo è molto più utilizzata la forma italiana di Borgia), una dinastia che discendeva a sua volta da una casata valenciana di origine aragonese del XII secolo. Il nome venne italianizzato per volere sia del neoeletto debole pontefice Callisto III (Alonso Borja) quando fu eletto nel 1455 giungendo in Italia con gli altri membri della sua famiglia sia del suo grande nipote Alessandro VI (Roderic de Borja) eletto papa nel 1492.
Epilogo della saga dei Borgia fu la misteriosa morte del pontefice, a pranzo con altri commensali tra cui lo stesso Cesare che finirono intossicati, che si disse provocata dal suo stesso veleno. Dopo la morte di Alessandro VI, iniziò la decadenza della famiglia e molti dei suoi membri tornarono in Spagna. In seguito un pronipote di Alessandro VI, Francesco Borgia (1510-1572), divenne Generale dei Gesuiti e fu poi proclamato santo.
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