La parte più vecchia di Italica, la vetus urbs (città vecchia), non si può visitare essendo ancora sepolta sotto l'abitato di Santiponce; ciò che invece si può visitare è la Nova Urbs (città nuova) fatta costruire da Adriano. La pianta è regolare con strade che si intersecano perpendicolarmente secondo il cardo ed il decumano (le due arterie principali di ogni città ed accampamento romano). Estremamente largo è il decumano che risulta largo ben 15,40 m. di cui 8 m. costituivano la carreggiata ed il resto era riservato ai due ampi marciapiedi laterali. Su questa strada era situato il teatro pubblico abbellito con numerose statue ed ubicato nella parte meridionale della città e quindi facente parte della Urbs Vetus (è datato all'epoca di Augusto fine I sec. a.C. e inizio del I sec. d.C. ma rimaneggiato in seguito più volte). Uno dei monumenti meglio conservati è però l'anfiteatro situato alle pendici di una collina ed esternamente alle mura urbane.
Poteva contenere ben 25.000 spettatori per cui si può senz'altro dire che era uno dei più grandi dell'impero. E' di forma ovale e misura 160 m. di lunghezza e 137 m. di larghezza. Nel centro dell'arena si apre una gran fossa (fossa bestiaria) un tempo coperta che nel mezzo si amplia in una cavità sostenuta da otto colonne ; essa era utilizzata come zona di servizio per gli spettacoli nei quali intervenivano gladiatori e fiere
I circenses (giochi del circo) furono poi proibiti per volontà di Marco Aurelio, l'imperatore filosofo, che ne decretò la fine sotto il suo regno (161-180 d.C.); menzione di tale divieto è riportata su una tavola bronzea trovata proprio qui ad Italica ed attualmente custodita a Madrid nel Museo Archeologico. Un vano coperto permetteva di raggiungere le tribune utilizzando vari passaggi e rampe di scale. Tre erano le gallerie da cui gli spettatori potevano assistere agli spettacoli; nella prima fila sono ancor visibili le incisioni dei nomi dei vip del momento. Anche ad Italica il nucleo principale dal punto di vista politico e monumentale era il foro; il suo perimetro era delimitato da delle mura in cui alternate si aprivano nicchie di forma rettangolare con altre di forma rotonda.
Nel centro era stato eretto un tempio dedicato al culto dell'imperatore Traiano. In parte riportate alla luce sono le Grandi Terme. Sono state individuate e scavate le piante di alcune domus (case patrizie ad un solo piano); esse non sono integre come quelle di Pompei; nel caso delle domus di Italica belli sono i mosaici che dimostrano la grande possibilità finanziaria dei proprietari romani.
Tra i più artistici sono quelli della Casa del Planetario: in un circolo sono iscritti sette medaglioni in cui sono rappresentate le divinità planetarie che nel calendario romano danno nome a ciascun giorno della settimana. La Casa de los Pajaros deve il suo nome ai 32 uccelli di varia specie ritratti sul pavimento di mosaico, è una delle domus meglio conservate.
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