La prima sezione ha come oggetto l'immagine ufficiale di Vibia Sabina, la sua genealogia , attraverso l'analisi epigrafica e topografica. E' interessante apprendere osservando l'iconografia di Sabina (ben evidenziata nella mostra) che l'immagine pubblica dei membri della famiglia imperiale era curata dalla stessa casa imperiale, che, secondo i dettami della propaganda politica, imponeva loro modelli da seguire.
La seconda sezione invece è dedicata alla divinizzazione dell'imperatrice avvenuta subito dopo la sua improvvisa morte. In questo periodo si colloca la statua di Boston. Vibia Sabina Diva è raffigurata come Demetra-Cerere secondo le modalità del tipo statuario della "Grande Ercolanese" (così detto dalla replica romana da originale greco attribuito a Prassitele, ritrovata a Ercolano e conservata al Museo di Dresda). Questo tipo statuario diverrà molto comune in epoca successiva nella ritrattistica funeraria sia ufficiale che privata. In questa sezione sono anche riassunte le vicende legate alla restituzione della statua, in cui hanno avuto un ruolo significativo i Carabinieri TPA, le analisi effettuate sulla statua e gli interventi di pulitura a cura del Museum of Fine Arts di Boston.
La terza sezione, collegata all'esposizione permanente dell'Antiquarium, ospita la base triangolare figurata neoattica, decorata a rilievo, anch'essa restituita dal Museum of Fine Arts di Boston, contestualizzata nell'ambito di elementi di arredo marmorei riferibili alla Villa di Adriano.