La venerazione dell'icona del SS.Salvatore originaria di Roma e la fama della processione annuale del 14/15 Agosto dell'Urbe si diffusero nei maggiori centri laziali che iniziarono a fare delle copie dell'Acheropita. H. Pfeiffer ha elencato le varie immagini acheropite, tra cui l'opera del Sancta Sanctorum. Nel Medioevo il culto per le immagini vere di Cristo era particolarmente sentito e richiamava folle enormi di devoti quando esse venivano esposte o portate in processione. Anche Tivoli naturalmente non volle essere da meno ed ideò in partenza di fare un trittico costituito da una parte centrale più grande e da due ante laterali.
La leggenda vuole che tale opera sia stata realizzata anch'essa dall'evangelista S.Luca e fosse stata donata alla Chiesa di S.Lorenzo dal grande papa tiburtino S.Simplicio, sotto il quale sarebbero state costruite molte chiese di Tivoli. Studi più o meno recenti hanno appurato invece che il Trittico sarebbe databile al XII secolo e probabilmente il tutto sarebbe il risultato di artisti monaci benedettini della vicina abbazia di Farfa (Tivoli tenne con questa sempre buoni rapporti a differenza del Sacro Speco sublacense).
Sempre gli stessi studi hanno appurato che alla realizzazione
del dipinto centrale lavorò un solo artista mentre
più mani crearono i due sportelli laterali.
Chiaramente la figura del Salvatore assiso su un cuscino poggiato
su un trono intarsiato di gemme occupa tutto il pannello centrale;
i Suoi piedi, che calzano dei sandali, poggiano su un suppedaneo;
il Suo corpo è avvolto in una lunga tunica; colpisce
la dolcezza e nello stesso tempo la serietà del Suo
sguardo che spicca nel volto scarno barbato ed incorniciato
dai lunghi capelli. Un'aureola crucigera circonda il capo.
Con la mano sinistra regge e mostra un libro aperto mentre
con la destra è colto nell'atto di benedire.
Nella
parte bassa del dipinto sono raffigurati due cervi posti ai
lati che si abbeverano in quattro fiumi (simbolo dell'invito
a battezzarsi). Il pannello di destra ha i tre quarti occupato
dalla figura di S.Giovanni evangelista raffigurato ritto e
stringente nella mano destra un rotulo con riportate le parole
d'inizio del suo Vangelo.
Nella parte sottostante il piccolo
riquadro è occupato dalla scena del suo trapasso che
egli avrebbe atteso, ormai quasi centenario, pregando nel
sepolcro (che egli stesso si era preparato in una chiesa)
circondato dal clero.
Il pannello di sinistra è chiaramente
ripartito come il destro: nel riquadro grande in alto è
raffigurata la Vergine ritta, con una lunga tunica che Le
copre il capo e Le lascia scoperte le mani.
Nel piccolo riquadro
in basso è raffigurata la scena del Transitus Virginis
o se si vuole la Dormitio Virginis: la Madonna giace addormentata
su un letto, circondata dagli Apostoli mentre Cristo si china
per benedirLa e per consegnarne l'anima (simbolicamente raffigurata
come una giovane) ad un angelo che Le farà da guida
per condurla in Paradiso.
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo