In un'area pressoché rettangolare sono sistemati due tavoli di marmo bianco con all'interno una cornice, sorretti ciascuno da due e tre pilastrini marmorei recanti bassorilievi in cui sono raffigurati un fregio e la clava di Ercole. Sul tavolo più grande sono presenti quattro incavi circolari di diametro diverso, mentre su quello più piccolo se ne individuano due ma di dimensioni ancora minori. I due tavoli, distanti tra loro circa 60 cm., presentano un'identica altezza e sono addossati ad una parete realizzata in opera reticolata. Il pavimento è in mosaico con al centro una specie di pozzetto destinato a ricevere i liquidi gettati. Tre pesi dei sei in origine sono ancora al loro posto; sono anch'essi di marmo bianco. Una serie identica di iscrizioni latine, poste nello spessore dei due tavoli, ricorda un tale Marcus Varenus Diphilus, magister Herculaneus (sacerdote addetto al culto di Ercole, dedicatario del vicino santuario e nume tutelare della città) che sovvenzionò l'opera.
A lato delle mense, sulla sinistra si nota un muretto alto circa un metro; dietro vi è un corridoio che conduce ad una porticina (si ignora la destinazione). Di fianco sulla parete sono appoggiate parti di colonne e vari fregi nonchè un bassorilievo rappresentante Ercole, con la pelle di leone intorno al collo e la clava.
L'Augusteum invece si trova a destra delle mense: non è
altro che una stanza con la parete di fondo semicircolare.
Rappresentava il luogo dedicato al culto dell'imperatore Augusto
quando, imperante ancora il paganesimo, alla figura imperiale
venivano attribuiti onori divini.
La datazione dell'ambiente posto a Sud-Ovest della Mensa ponderaria,
è risalente alla fine del I secolo a.C. ed è
suggerita da un'iscrizione che la connette ancora una volta
a M.Varenus Diphilus, responsabile pecuniario della costruzione
della Mensa ponderaria, il quale dedicò queste stanze
alla salvezza ed al ritorno di Cesare Augusto.
L'aula absidata con pavimento del tipo a stuoia e pareti dipinte
con delicati motivi di festoni vegetali, ospita al suo interno
una statua maschile seduta, oggi priva della testa, certa
figurazione dell'imperatore Augusto. Qui fu anche trovata
una testa molto grande probabilmente un resto di un' enorme
statua dell'imperatore Nerva il che conferma che in tale ambiente
veniva onorata la famiglia imperiale. La presenza delle stanze
di forma irregolare e la pianta del complesso portano ad alcune
conclusioni: la Mensa e l'Augusteo furono edificati in periodi
diversi e sorsero su un'area già costruita in precedenza
il che ne vincolò gli allineamenti.