La processione riparte dal Ponte Gregoriano e, passando per Via dei Sosii e per Via Domenico Giuliani, giunge all'ospedale, costruito nella parte più antica dall'arch. Tommaso De Marchis nella prima metà del XVIII sec. accanto alla Chiesa di S.Giovanni Evangelista. Per l'occasione la facciata dell'edificio e la cancellata che delimita il nosocomio sono ornate con fiaccole mentre il piazzale antistante è gremito di folla. Qui avviene la seconda sosta molto più sentita ed emozionante della prima effettuata per la benedizione dell'Aniene: Cristo visita i malati accolto sulla soglia del nosocomio dal personale sanitario e dal cappellano.
A questo punto il priore della confraternita del SS.Salvatore pronuncia: "Signore, apri le mie labbra" (il salmo 50 continua così: "e la mia bocca proclami la tua lode"). Poi, chinatosi, bacia la soglia d'ingresso quasi a voler abbracciare il dolore e la sofferenza dei malati.
E' ora la volta del cappellano dell'ospedale ad avvicinarsi alla macchina del SS.Salvatore recando un catino colmo d'acqua con delle erbe profumate, per lavare simbolicamente i piedi al Cristo in ricordo dell'ultima cena in cui Gesù si prostrò ai piedi dei suoi discepoli per lavarli. Segue poi lo scambio dei fiori:viene preso uno dei mazzi di rose rosse che sono davanti al Salvatore per essere poi distribuite ai malati ed il suo posto viene rimpiazzato con un altro omaggio floreale bianco offerto dal nosocomio.Al termine di questi riti la processione riparte per raggiungere Piazza Trento ove si effettuerà l'Inchinata.
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