I vari tipi di vino

I rossi

I rossi si ottengono utilizzando uve a bacca rossa a cui viene unita in minima parte anche dell’uva bianca. Il mosto di uve rosse è lasciato a fermentare per un periodo che varia tra pochi giorni (4-5 giorni, si ottengono così vini da bere“giovani”) a più settimane (3-4 settimane, il prodotto è più concentrato e colorato)ed il tannino rilasciato favorisce un buon invecchiamento. La fermentazione viene refrigerata per evitare che i profumi del vino non si alterino con l’aumento della temperatura. Il mosto viene poi filtrato e riposto in contenitori di legno o di acciaio; qui avviene la fermentazione malolattica. Utilizzando “barriques”, ovvero botti di rovere si conferisce al vino un particolare aroma. Passato il tempo necessario il mosto viene sgrondato e torchiato, controllato, travasato e colmato dopo di che viene imbottigliato. Tra i rossi più famosi: il Barolo o Barbaresco, il Dolcetto (entrambi piemontesi), il Cabernet, il Pinot Nero, il Merlot, il Sauvignon (tutti dell’Alto Adige, del Trentino e del Friuli), il Valpolicella, il Nobile di Montepulciano, il Chianti, il Brunello, il Rosso di Montefalco (del Centro Italia), il Nero d’Avola (Sicilia), il Primitivo (Puglia), il Taurasi (Campania), l’Aglianico di Vulture (Basilicata).

Il vino
Vino rosato

I rosati

I rosati non si ottengono come qualcuno suppone dal mescolare vini rossi e bianchi (in gergo “taglio”); infatti il leggero colore rosato è ottenuto rimovendo quasi immediatamente le vinacce dal mosto. Il rosato è un vino molto delicato destinato ad essere consumato entro l’anno dalla sua produzione. Tra i rosati (in genere accompagnano primi piatti con verdure e di pesce saporito) ricordiamo: il Bardolino Chiaretto, il Salento IGT, il Cirò Rosato, il Rosato di Bolgheri, il Lagrein Rosato dell’Alto Adige.

I bianchi

I bianchi invece sono prodotti per lo più con uve a bacca bianca che vengono leggermente pressate da pigiatrici con membrane a camera d’aria per avere il mosto privo delle vinacce. Il vino bianco in questo modo non si colora e non ha tannini per cui è un alimento estremamente delicato e per questo soggetto ad un’evoluzione da controllare attentamente. La macerazione delle vinacce insieme al mosto é invece attuata nei vini delle Cinque Terre. Si ottengono così bianchi più corposi. Esistono in commercio tuttavia dei bianchi ottenuti dall’utilizzo di uve a bacca rossa; un esempio per tutti è il Pinot Nero. Per mantenere inalterati i profumi dell’uva anche per i bianchi si procede ad una refrigerazione della fermentazione così come avviene per i rossi.

Il vino
Vino bianco

I contenitori di legno (ma anche le barriques) vengono utilizzati per conservare durante la fermentazione e la maturazione dei bianchi bisognosi di un certo invecchiamento; i contenitori di acciaio invece ospitano i vini “freschi”. I bianchi secchi (da abbinare al pesce) sono il Verdicchio marchigiano, il Bianco di Custoza, il Vermentino ligure o sardo, l’Orvieto, il Greco di Tufo (Av), il Sauvignon del Collio, il Bianco d’Alcamo (Sicilia). Bianchi da aperitivo sono il Riesling Renano (Oltrepo Pavese) ed il Gevurztraminer dell’Alto Adige.

I vini passiti

I vini passiti sono prodotti utilizzando delle uve lasciate “appassire” naturalmente sulla pianta o collocate su dei graticci appositi. A fine gennaio ed inizio di febbraio tali uve vengono vinificate; il mosto è riposto in contenitori di acciaio, poi in altri di legno ed infine viene imbottigliato. Il vino passito è adatto per il dessert, comunque da sorseggiare a fine pasto. Eccellente è il Sauternes (Francia); da segnalare il Muffato della Sala, la Malvasia delle Isole Lipari, il Moscato di Scanzo, il Verduzzo di Ramandolo.

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