Successivamente si può sottoporre le olive già pressate ad una seconda spremitura (questa volta più forte, 60 kg./cm2) per ottenere un olio meno puro ma abbastanza soddisfacente come resa. E’ quello che viene comunemente detto di “seconda spremitura”.
Al terzo posto della classifica troviamo quindi l’olio fine vergine d’oliva di seconda spremitura da 1,5 a 3 gradi di acidità; al quarto posto l’olio vergine di oliva di seconda spremuta da 3 a 4 gradi di acidità (limite di commestibilità). Infine si può ottenere dalle olive spremute per ben due volte, un terzo olio, chiamato “di sansa” chiaramente di qualità scadente che, tagliato con olio extravergine, finisce sulle tavole dei consumatori i quali ci perderanno nel gusto ma ci guadagneranno con il loro portafoglio.
Al quinto posto dunque troviamo l’olio di oliva rettificato (è quello con un’acidità superiore ai 4 gradi che con procedimenti chimici viene trattata e fatta scendere a 2 gradi); al sesto infine l’olio di sansa rettificato e l’olio di sansa e oliva che dall’acidità iniziale di 15-30 gradi alla fine dei vari trattamenti scende ad un’acidità di 3 gradi.
Per difendere i consumatori dalle frodi alimentari in questo settore lo Stato italiano ha varato una serie di leggi finalizzate a regolare la coltivazione, la raccolta e la lavorazione delle olive per ottenere un olio d’oliva a denominazione d’origine protetta (D.O.P.) con l’indicazione geografica dei prodotti agroalimentari (I.G.P.). Le regioni italiane che producono questo preziosissimo condimento sono la Puglia, la Liguria, il Lazio, La Campania, la Toscana, l ’Umbria, le Marche, la Sicilia, il Veneto e l’Abruzzo. Orgoglio italiano è il detenere il 40% dei D.O.P. e degli I.G.P. presenti sul mercato dell’Europa Unita. A seconda di dove è coltivato (terreno, altitudine, latitudine ecc.) l’ulivo può dare un olio di colore diverso che va dal biondo paglierino, al biondo oro, al verde-oliva così come diverso è anche il suo profumo. Per quanto riguarda il prezzo chiaramente il più costoso è l’olio d’oliva extravergine di prima spremitura il quale (come tutti gli oli vergini) non subisce alcun trattamento chimico (cosa non esclusa per gli altri tipi di olio d’oliva) e ha un’acidità quasi nulla. Sul mercato il consumatore trova quindi sei tipi di olio.