Scafata

È un piatto povero della cucina contadina dell'Italia centrale (in Umbria la chiamano baggiana e veniva preparata in primavera, usando verdure fresche come fave con pancetta a dadini, cipollotti e finocchietto e provenienti dalla terra dei contadini stessi).
Oggi questo piatto si può realizzare tutto l'anno avendo a disposizione fave congelate o secche. Il termine "scafata" viene da "scafo", termine dialettale per definire il baccello; quindi scafata significava "togliere il baccello".

Ingredienti per 4 persone:

  • 6 carciofi teneri
  • 3 patate medie
  • 350 g di fave fresche
  • 100 g di pancetta tagliata a dadini
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d'aglio
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale q.b.
  • pepe (o peperoncino se preferite) q.b.

Mentre in Umbria è una minestra, a Tivoli e nel Lazio è un piatto unico vegetariano o contorno che è molto appetitoso anche nelle fredde serate invernali.

Per prima cosa occorre mondare i carciofi delle foglie esterne più dure e con il cuore ottenete degli spicchi di medio spessore (né troppo sottili né troppo spessi) che immergerete subito in acqua acidulata con il succo di limone per evitare che anneriscano. Pulite le patate riducendole a spicchi. Naturalmente provvedete a togliere il baccello alle fave (se volete fare prima potete utilizzare quelle congelate mentre se usate quelle secche dovete ricordarvi di metterle in ammollo per almeno 12 ore prima).

Scafata

In una casseruola, possibilmente di coccio, (altrimenti, se volete accorciare i tempi potete utilizzare una pentola a pressione) fate rosolare nell'olio la cipolla tagliata finemente insieme alla pancetta e allo spicchio d'aglio.
Quando l'aglio è dorato eliminatelo e unite le fave, le patate e i carciofi lasciando insaporire per qualche istante.

Aggiungere sale, pepe e un po' d'acqua (o del brodo) e lasciate cuocere a fiamma media, mescolando di tanto in tanto, per 45 minuti circa, o fino a quando le verdure saranno ben cotte.
Buon appetito!

 

 

 

 

 

 

 

 

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