Fra le molte opere presenti nell’abbazia, sicuramente merita particolare attenzione il bel ciborio (baldacchino, tabernacolo) che sovrasta l’altare; esso si eleva su quattro colonne marmoree bianche non scanalate (materiale di spoglio in quanto irregolari e sproporzionate all’alzata) e delimitate in alto da capitelli in stucco bianco dell’XI-XII sec. in cui motivi ornamentali di arabeschi si intrecciano sapientemente: la parte inferiore simula un cesto mentre quella superiore rappresenta foglie ed helices. Tra i capitelli e l’architrave si rincorre una fila di perle.
Un cubo costituisce l’alzata decorata da un motivo di canne intrecciate. Su ogni lato si evidenzia un arco leggermente sporgente. Una specie di pigna, che fa da basamento ad una croce, delimita il coronamento a piramide.
Discordi sono i pareri circa la datazione del ciborio: l’Enking, accostandolo alle opere longobarde spoletine,lo colloca al VII-VIII sec.; il Monti al X-XI sec; altri all’XI sec. Per l’Acconci é antecedente al IX sec. poiché ha ravvisato uno stretto legame tra i capitelli corinzi del ciborio in questione con quelli di epoca carolingia diffusi nell’Europa settentrionale. A importare un simile stile per l’Acconci fu senza dubbio l’Abbazia imperiale di Farfa.
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