Tre trombettieri lo precedono; non mancano gli scudieri, posti in posizione subalterna in basso sulla sinistra.
Diversa è invece la scena ritratta nell’affresco di destra: l’artista ha raffigurato un prelato in primo piano e dietro di lui un monaco che reca un’ostia. Un guerriero inginocchiato è davanti a lui; uno scudo con stemma è raffigurato sulla sua testa. Sullo sfondo ricco di vegetazione sono ritratti anche due cavalieri ed un cavallo colto nell’atto di impennarsi sulle due zampe posteriori.
Gli affreschi rimandano al tempo in cui cioè l’Abbazia era sotto i Guglielmiti: vi è dipinto infatti S.Bernardo che converte Guglielmo d’Aquitania, fondatore dell’ordine dei Guglielmiti i quali ressero l’Abbazia di S.Giovanni in Argentella dal 1284 al 1445.
In realtà i due affreschi superstiti facevano parte di un ciclo che ricopriva tutte e due le pareti della chiesa come si evince dai resti, seppure esigui, di altri affreschi.
Un altro affresco, presente nella chiesa e incorniciato come gli altri dalla bordatura rosso-marrone, attrae il visitatore; vi è ritratto in posizione eretta S.Guglielmo con una veste rossa ricoprente un’altra bianca; la testa è circondata da un’aureola in stucco.
Nella mano sinistra reca un libro. Davanti a lui, inginocchiato è ritratto l’esecutore degli affreschi che lo ringrazia per averlo aiutato nella difficile impresa di realizzazione degli affreschi.