La storia di Palombara Sabina

Sembra che Palombara avesse origine nientemeno che dalla città di Cameria o Regillum, la quale entrò nella lega Sabina per opporsi all’espansionismo romano. C’è tuttavia chi sostiene che le sue radici siano ancora più remote basandosi sul ritrovamento di un fossile nei pressi di Cretone. Il paese poi fin dall’VIII sec., chiamato già Palumba o anche Palumbus (vocabolo etimologicamente derivato dai numerosi colombai presenti nel suo territorio per l’allevamento dei colombi), passò sotto la proprietà dell’abbazia di Farfa (amica della città di Tivoli e rivale dell’abbazia sublacense). Solo nell’XI sec. si affermò il termine ” Palumbaria”; il feudo fu di proprietà degli eredi del duca longobardo Alberico. Successivamente nel 1279 (alcuni sostengono nel 1276) divenne di proprietà dei Savelli (che, grazie all’appoggio dei pontefici Onorio III e Onorio IV, nel Trecento furono i feudatari esclusivi); costoro provvidero ad insediarsi nella roccaforte rendendola inattaccabile ed abbellendola artisticamente affinché mostrasse chiaramente il potere del loro casato.

Palombara Sabina
Ingrandisce foto Entrata al castello Savelli

Non si sa se per legame di sangue o meno, i Savelli subentrarono agli Ottaviani e legarono per tanti anni il loro nome alle vicende di Palombara che vide personaggi storici famosi quali Eugenio III, Enrico IV di Franconia, Fedrico Barbarossa non che pontefici e antipapi, varcare il ponte levatoio del suo castello.

Sotto la signoria dei Savelli si registrò un aumento demografico, infatti, se inizialmente si contavano circa trecento anime, si giunse ben presto alla cifra di duemila abitanti (tanto era il benessere che questa potente famiglia romana apportò nel suo feudo) nonostante che il terremoto del lontano 1258 piagasse atrocemente Palombara. Essa, nella sua crescita urbanistica, si é sviluppata intorno al castello che fu costruito a ridosso dell'alta torre di vedetta (IX secolo), il cosiddetto Torrione. Tale torre venne costruita per contrastare le scorribande saracene; nell'XI secolo i Crescenzi-Ottaviani, prendendo possesso del territorio, costruirono un castrum (lat. accampamento, fortezza) cingendo l'antica torre con una cinta di mura.

Il Torrione di guardia di Palombara Sabina
Ingrandisce foto Torre di guardia del IX secolo

Il paese, con il passare del tempo ma soprattutto nel Trecento, crebbe proprio intorno ad esse ed al castello, seguendo l’andamento del terreno col risultato di un insediamento primitivo a spirale a cui fece seguito una crescita ad anelli concentrici man mano che il nucleo abitativo si espandeva.

Per meglio difendersi, gli abitanti preferirono costruire le abitazioni addossate le une alle altre creando vie strette e tortuose, tipiche di tanti altri paesi medievali, dove era possibile ingaggiare il corpo a corpo, far cadere sassi ed altro materiale dall’alto sopra il nemico che poteva utilizzare solo parte delle armi a sua disposizione. Porta San Biagio e Porta Sant’Egidio permettevano l’accesso in paese. Durante la signoria di Giacomo Savelli Palombara fu trascinata a vivere esperienze dolorose e drammatiche; costui infatti aveva appoggiato Tiburzio e Valeriano di Maso, i quali, oltre a rapinare ed ad uccidere, erano accaniti oppositori del papa, non accettandone il potere temporale, e si erano stanziati come base proprio a Palombara. Quando Pio II li fece giustiziare, essendo riuscito a catturarli, anche Palombara subì le conseguenze della collera del pontefice: nel 1461 fu assediata dalle truppe pontificie che costrinsero Giacomo Savelli ad arrendersi; gli andò abbastanza bene perché il papa gli confiscò tutti i suoi beni tranne Palombara.

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