Struttura e geologia dei Monti Prenestini

Il Lazio geologicamente è costituito da un territorio giovane (la parte montana) e da un territorio di ancora più recente formazione (la parte sublitoranea e costiera) essendosi formato all'inizio dell'era quaternaria. La parte montana infatti risulta dalla sedimentazione, avvenuta a partire dall'era mesozoica alla cenozoica, sui fondali marini. Durante l'era cenozoica, sotto forti spinte, tale sedimentazione si sollevò. Il mare lambiva la base dei monti Sabini, Prenestini e Lepini, come è attestato dal ritrovamento e dalla natura dei materiali depositati nonchè dai fossili marini ritrovati. Proprio tra i Prenestini ed i Lepini c'era, sembra, un ampio e profondo golfo.
Situati quasi al centro del Lazio, i Monti Prenestini sono un tratto del Preappennino laziale situato a ca. 20 km a Est di Roma e compreso tra i Monti Lucretili (a nord), i Tiburtini, gli Affilani e la Ciociaria. Tale tratto, che si sviluppa per ca. dieci km, segue la direzione Nord- Sud. La cima più alta è il Monte Guadagnolo (m.1218 s.l. m.).

Vista sulla pianura romana
Ingrandisce foto Vista sulla pianura romana

I Prenestini infatti non hanno un'altezza elevata ma si aggirano su una media di m. 700/800 s.l.m. Sono quindi rilievi molto più modesti e molto meno imponenti dei Simbruini, a cui si ricongiungono a Sud insieme agli Ernici. Occupano un'area di 13.000 ettari delimitata dal torrente Fiumicino(che li separa dai Monti Ruffi) a E-N-E; dal fosso dell'Empiglione a N; dalla pianura del Sacco e dell'Agro Prenestino a S; dal Passo del Pratarone e dall'insieme delle colline situate tra Genazzano, S.Vito Romano e Bellegra a E; dall'Agro Romano e Tiburtino a O.

Ma vediamo in particolare quali sono le cime che compongono la parte meridionale prenestina: il promontorio di Rocca di Cave (m.953), Colle del Pero (. 880), Monte Pompeo (m. 680), la Montagnozza (m. 571), il rilievo di Fossa Lupara (m. 616), Monte Ginestro (m.752). Tali cime sono distanziate tra loro dai numerosi fossi la cui portata, grazie alle piogge, aumenta in inverno ed in primavera (sono quindi particolarmente adatti per praticarvi la torrentistica). Il più spettacolare ed interessante fosso è senza dubbio quello della Valle delle Cannuccette. D'altra parte tutta l'area dei Prenestini ha la particolarità di essere attraversata da torrenti stagionali. Un altro fosso da ricordare è quello di Spina Santa non lontano da Ciciliano. Dobbiamo inoltre ricordare che da un punto di vista idrografico i Prenestini scaricano le acque dei loro versanti, posti a Sud e a Est, nel bacino del Sacco mentre incrementano il fiume Aniene con i corsi d'acqua che scendono dai versanti situati a Nord e a Ovest.

Passeggiando sui Monti Prenestini
Ingrandisce foto Passeggiando sui M. Prenestini

Monte Li Sicchi (m. 691), Monte l'Abate (m. 706) e Colle delle Scrime (m. 641) costituiscono invece il tratto centro- occidentale dei Prenestini.Anche in questo caso a distanziare e delimitare le cime sono i fossi: il Varoncio, il Lucinetto, la Buliga. Caratteristica è invece la forma (a gradoni o a denti di sega) del tratto centro-settentrionale dei Prenestini, dovuta alla differente erosione che si verifica sul terreno costituito a strati alternati di calcare e di marma.

La catena montuosa dei Prenestini presenta inoltre un discreto spessore di sedimenti vulcanici (tufi e pozzolane), antico retaggio dell'antico vulcano laziale. I Monti Prenestini sono quindi molto eterogenei per quanto riguarda le rocce ed i terreni che li compongono per cui è facilmente comprensibile che ciò comporta e determina una spiccata e quanti mai unica diversità biologica.
Nei Prenestini infatti ritroviamo tutta la morfologia legata al fenomeno del carsismo: doline, inghiottitoi, pozzi, voragini, grotte ipogee. Il centro abitato di. Guadagnolo (il più elevato della provincia di Roma nonché Sito di Importanza comunitaria, la cui Mora è il simbolo dei Prenestini, come Monte Gennaro lo è dei Lucretili) è l'esempio più alto di tale predetta diversità biologica dovuta al suo altopiano carsico (in realtà un'immensa dolina), in cui sono presenti numerose piccole doline, alla rupe svettante con le pareti dritte, scoscese. Altro fenomeno carsico è la voragine della Ventrosa che raggiunge ben 75 metri di profondità. Altro esempio di fenomeno carsico è la dolina di fossa Lupara, ubicata a levante di Castel S.Pietro Romano e quindi alla bella altezza di m. 559 naturalmente s.l.m. Grande è la dolina in località Canapine (m. 900)a settentrione di Rocca di Cave. Grazie al carsismo i Prenestini vantano tra l'altro una fitta rete idrogeologica; numerose sono soprattutto le sorgenti presenti nei versanti occidentale e settentrionale.

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