S.Nicola 520 m - Monte
Gennaro 1271 m
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Ad appena
un km da Palombara Sabina sulla via Maremmana che porta a Marcellina si devia all'altezza del Casino Belli davanti alla dismessa
stazione della seggiovia per Monte Gennaro e si segue
per circa 2 km la strada rurale per i ruderi del convento
medioevale di S.Nicola.
- Partenza quota:
520 m
(San Nicola)
- Altezza massima: 1271 m (M. Gennaro)
- Arrivo quota: 1271 m (M. Gennaro)
- Dislivello: 751 m
- Tempo di percorrenza: 4 h circa
- Difficoltà: elementare
- Segnaletica: rosso-bianco-rosso n. 319
- Periodo consigliato: primavera
- Centro abitativo più vicino: Palombara
Sabina
Con l'auto è consigliabile
parcheggiare prima della salita finale in quanto è
troppo sconnessa e ripida. Il complesso conventuale è
costituito da un edificio di culto a pianta semplice con
una sola navata ed una piccola torre campanaria posta
sulla facciata.
Alcuni corpi distaccati sono inscritti nel perimetro murario;
il tutto si fonda sul terrazzamento ed i resti di una
villa rustica di età repubblicana come dimostrano
le strutture murarie con paramento in opus reticulatum
presenti lungo il muro aggettante verso il declivio. La
fondazione della chiesa, in stile romanico, è probabilmente
più antica, di origine altomedievale.
Convento di San Nicola
Procedendo
sulla destra per pochi metri, si trova sulla sinistra un cancello
che immette su un sentiero conducente ad una lecceta situata
a 600 m. Non manca la macchia mediterranea in qualche punto
che insieme al carpino ed all'orniello si associano al leccio.
Grazie a dei tornanti ci si porta a 700 m. mentre la vegetazione
cambia: roverella, albero di Giuda, terebinto si mostrano
ai nostri occhi. Procedendo sul sentiero che ora piega verso
sud, i tornanti si fanno più radi ed a quota 800 m.
si incontrano i faggi. E' possibile anche ammirare
l'acero, il carpino nero insieme a qualche faggio enorme in
una parola i resti vegetali di quella foresta "primaria"
che nel XVIII sec. ricopriva Monte Gennaro.
A
quota 1000 m troviamo invece aree pascolive, arbusteti
mentre il terreno appare interessato dal fenomeno carsico.
In autunno si può ammirare fiorita l'orchidea Spiranthes
spiralis. Splendido il panorama sulla pianura romana.
Superata la terrazza orografica si sale sul Pizzo del
Gennaro 1271 m da dove si può ammirare in primo
piano il Pratone, una pianura carsica.
Il Pratone visto da M.Gennaro
Si
può decidere se scendere al Pratone oppure tornare
indietro, superando il convento di S.Nicola, per arrivare
alla variante che porta alla fortificazione di Castiglione.
La discesa al Pratone, se si vuole fare un percorso ad anello,
comporta poi la discesa per la Scarpellata, un antico tratturo.
In età romana il fosso della Scarpellata fu oggetto
della realizzazione di un sistema idraulico di briglie e di
cisterne di captazione per approvvigionare le ville rustiche
e le colture della fascia pedemontana.