L’artista, Magister Guilielmus, vi ha immortalato l’evento della consacrazione del santuario per volontà di Silvestro I, pontefice al tempo dell’ imperatore Costantino. Oltre al papa ed ad altri religiosi nel dipinto è ritratto sulla destra anche un cervo; il volto del Cristo appare ben delineato tra le corna dell’animale. Tutta la rappresentazione è inserita al di sotto di due grandi arcate sovrastanti colonne abbinate sormontate ciascuna da un clipeo contenente una testa nimbata.
Un fregio ad intreccio fitomorfo con racemi e foglie di vite, testine umane e palmette delimita la parte superiore del dipinto ligneo che invece sui due lati è ornato da una cornice con motivi geometrici. La firma dell’autore del dipinto consistente in un’iscrizione a lettere capitali "MAGISTE/R GVLIRL/MUS FECIT/OC OPVS" è inserita tra le figure ecclesiastiche ed il cervo.
Invece è possibile leggere"S SIL/VEST/ER"(S.Silvestro) al di sopra della figura centrale che raffigura chiaramente il predetto pontefice in abiti vescovili; davanti al papa l’artista ha ritratto una specie di altare, sormontato da una croce, sul cui fianco è vergato: "MEN OCD/XXIII D/EDICATI/O BEATE MAR/IE + [---]"Forte è quindi il contrasto tra la parte superiore della tavola molto elaborata e la parte inferiore che invece è liscia tranne che in alcuni punti in cui erano un tempo posizionate gemme vitree andate perdute col passare dei secoli. Il Cascioli, come pure il Rossi e la Toesca ritengono che sia stato realizzato da un artista abruzzese avendo trovato interessanti assonanze con altre opere lignee e marmoree quali: Moscufo e S.Clemente a Causaria, S.Maria in Valle Porclaneta.