L'ultima domenica di Settembre si svolge a Montecelio la caratteristica Festa di San Michele Arcangelo (29 settembre) con la famigerata sfilata delle ca. 250 “vunnelle” (lett. “piccola gonna”), costumi in gran parte originali, gelosamente custoditi e tramandati da madre a figlia. In passato in questo mese, in coincidenza con l'imminente vendemmia, era festeggiato Sant'Antonio Abate. Per Lui, come ringraziamento dell'abbondante raccolto, questo o quell'agricoltore (i cosidetti “cavallari”) ospitava in casa propria tutti coloro che devotamente vi si recavano per baciare il piede della statua raffigurante il Santo e, in segno di ospitalità, offriva loro vino e ciambelle. Altre volte erano invece i “fossanti” (termine derivante dalla località Le Fosse in cui sono situate molte cave), ossia gli operai impiegati nell'estrazione del travertino, a organizzare simili manifestazioni.
Avendo la Chiesa spostato al 17 gennaio ogni festeggiamento e cerimonia in onore di S.Antonio Abate (tra l'altro con questa data inizia il periodo carnascialesco), a Montecelio la festa tradizionale per questo Santo fu soppiantata da quella per San Michele Arcangelo, che “ereditò” anche la sfilata delle “vunnelle”essendo troppo freddo per indossare questo tradizionale costume.
La festa di San Michele prevede tutta una serie di celebrazioni e di manifestazioni: triduo, messe, spettacoli vari, bande musicali, fuochi d'artificio, rappresentazioni teatrali, mostre di genere diverso e non ultimo la tanto predetta attesa sfilata delle “vunnelle”che si svolge la domenica mattina. Per quest'occasione le donne e gli uomini indossano caratteristici costumi: gli uomini il “buttero” (il vaccaro della campagna romana), le donne naturalmente la “vunnella”, un costume che mette in risalto la prosperosa bellezza rispondente ai canoni estetici di tempi lontani: seno turgido e prosperoso, vita stretta, fianchi larghi adatti per procreare.
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