E' innegabile che gli uomini primitivi del Neolitico si insediarono nella zona di Montecelio attratti dalla presenza di caverne e di acqua, dalla salubrità del posto essendo invece la parte pianeggiante paludosa e malsana, dalla possibilità di far legna nei boschi. Le identiche ragioni indussero ad insediarsi qui anche gli uomini dell'età del bronzo e del ferro.
Si narra che furono i Siculi, scesi dai territori dei Liguri, ad occupare tutto il Lazio e precisamente il territorio tra i Colli Albani e il corso medio del Tevere. Costoro nel lontano XIII sec a.C. sembra che furono costretti a lasciare la zona invasa dagli Aborigeni provenienti dai monti della vicina Sabina e stanziatisi in un'area a sud del Tevere.
Qui quest'ultimi sarebbero venuti a contatto con migratori greci e, unendosi, avrebbero dato luogo al popolo dei Latini. A quest'epoca viene fissata la fondazione di Corniculum (“piccole corna pascenti”) che sorse proprio sul luogo dove è ora Montecelio. Corniculum fu nel VII sec a.C. vinta da Tarquinio Prisco (uno dei leggendari sette re di Roma).
Sotto la Repubblica il territorio vide un notevole incremento edilizio: ville patrizie romane e piccoli insediamenti rurali sorsero soprattutto nella sottostante pianura per meglio sfruttare le possibilità del posto che ben si prestava alla coltivazione della vite. Poi arrivarono i miglioramenti apportati da Roma: acquedotti, strade, bonifiche. Con l'ampliarsi dell'impero romano, l'economia agricola locale soffrì perché, come è noto, Roma preferiva importare dalle province romane le varie derrate trasportate dalle navi che attraccavano al porto di Ostia e quindi risalivano il Tevere. Le conseguenze furono l'abbandono delle citate ville e dei piccoli insediamenti, la nascita del latifondismo, la decadenza di Corniculum.
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