Si tratta di un'altra piccola chiesa montecellese strutturalmente molto modesta. Condivide, come altre del paese, il solito timpano triangolare poggiato sulle due lesene laterali che delimitano la facciata ”a capanna”. Unica novità è il grande medaglione-stemma, situato al centro del predetto timpano, in cui grandeggia la “M”, simbolo della Vergine, a cui la chiesa è consacrata. Alla Madonna della Misericordia, simbolo del Gonfalone, è invece dedicata l'edicola sottostante realizzata in stucco e sovrastante l'architrave del portale d'ingresso. Due finestre sono situate immediatamente sotto l'inizio del timpano e sopra l'elemento decorativo finale dell'edicola. Al di là delle due lesene la facciata presenta due portali d'ingresso minori (uno per ciascun lato). Sia l'edicola che la facciata sono risalenti al XVIII sec. La copertura è a tetto, realizzato a due falde spioventi.
Già dall'esterno si intuisce il grave degrado in cui versa l'edificio, che negli ultimi tempi è stato oggetto di diverse e pesanti manomissioni e devastazioni come conferma anche l'interno disposto a croce greca. Il nucleo originario della chiesa si deve rintracciare in una piccola cappella cinquecentesca intitolata alla Madonna del Rosario; ne aveva cura la Confraternita dei Disciplinati sostituita, verso la fine del XVI sec., dalla Confraternita del Gonfalone.
Iniziarono subito i lavori di ampliamento ma non tutti gli interventi progettati furono realizzati. Con la partenza nel 1636 dei frati conventuali, che dal 1585 si erano interessati della manutenzione del luogo sacro, ricadde sulla Confraternita del Gonfalone il peso di provvedere alla chiesa in tutti i sensi. Qui in passato si celebravano le solennità più importanti tra le quali la festa per Maria Assunta in cielo (15 agosto). Chiaramente il tempio fu restaurato varie volte; a finanziare le spese pensò varie volte la potente famiglia dei Cesi, feudatari locali. Fu durante il secolo dell'Illuminismo, ossia il XVIII sec., che la chiesa si arricchì di tele realizzate da artisti del tempo grazie al cardinale C. Antonelli che amava particolarmente soggiornare a Montecelio.
Fu D.Corvi a realizzare la pala (scomparsa) che giganteggiava sull'altare maggiore e ritraeva l'Assunta, che, sollevata da due angeli in volo, ascende in cielo. Fu G.Cades a lavorare per dipingere i quadri da collocare sugli altari minori. Tali sue opere possono essere ammirate presso la chiesa di S.Giovanni Evangelista ove attualmente si trovano. Sempre nel Settecento si provvide a stuccare e dipingere l'interno della chiesa che fu finalmente consacrata nel 1790.
Da ammirare la tempera sul muro che ritrae l'immagine della Madonna della Misericordia, raffigurata ritta avvolta in un ampio mantello sotto cui in ginocchio(sono di proporzioni più piccole) sono raffigurate alcune figure incappucciate, probabilmente confratelli del Gonfalone. L'opera è di padre Michelangelo Cianti, che la realizzò verso la fine dell'Ottocento per ottemperare alla perdita di quella originale a causa dell'umidità.
Molto più antica è invece l'opera che ritrae la Madonna del Rosario e Santi, realizzata da un artista ignoto tra il Cinquecento ed il Seicento. La Madonna, che appare seduta in trono col Bimbo assiso sulle Sue ginocchia, mostra la corona del rosario. Il Bambino agita in alto con la manina sinistra un ramo di rose e con l'altra sorregge la corona. Inginocchiati lateralmente per ciascun lato sono due gruppi di persone che vengono coperte da S.Domenico e da S.Caterina posti in primo piano.
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