La Rocca Orsini e vicende dal X al XIII sec.

Sull'acropoli della decaduta Corniculum, ma siamo ormai nel Medioevo, fu innalzato il Castrum Montecellorum, in pratica fu edificata la Rocca (ancora visibile), voluta dai signori del luogo, i Crescenzi, con l'utilizzo di materiali di risulta sulle strutture di un luogo di culto romano del I sec. a.C. Detta fortezza era costituita da un maschio (torrione) centrale intorno al quale correvano, proteggendolo, le mura di cinta. L'importanza del fortino era strategicamente grande trovandosi ubicato vicino a Roma e non lontano dal percorso che allora si seguiva per giungere in Abruzzo. Questo il motivo per cui come vedremo fu più volte assalita ed espugnata.
Sappiamo che essa era già stata costruita nel X sec. e che in essa, ai primi del Mille, fu tenuto prigioniero l'abate Pietro dei monasteri benedettini di Subiaco proprio a causa dei dissapori sorti tra costui e i sopradetti Crescenzi.
In una bolla del 973 il pontefice Benedetto VII fa menzione, elencando le terre di proprietà della diocesi di Tivoli, di “Monticelli”(“piccoli monti”).

Rocca Orsini a Montecelio
Ingrandisce foto Rocca Orsini a Montecelio

Non esisteva ancora però il paese.
Davanti al pericolo delle invasioni normanne che si verificarono durante i secoli XI e XII, le popolazioni rurali locali trovarono rifugio nella Rocca sotto la protezione del locale signore seguendo una consuetudine tipica che si riscontra in tutti gli insediamenti medievali che seguirono il fenomeno dell'incastellamento.

Un altro momento drammatico fu nel 1047 la distruzione di buona parte della Rocca ad opera di Enrico III con i suoi soldati. Ricostruita la parte distrutta (e munita di una torre pentagonale allo scopo di creare una contrafforte), intorno alla Rocca iniziarono ad essere edificate delle case seguendo, come nel caso di Palombara, una struttura a spirale meglio rispondente a motivi di difendibilità in caso di attacco. Si andava così consolidando anche qui una consuetudine diffusa anche altrove: un mutuo scambio di diritti e doveri tra il signore ed il popolo. Il primo esercitava i poteri feudali mentre il secondo riceveva protezione in caso di pericolo.

Rocca Orsini a Montecelio
Ingrandisce foto Entrata alla Rocca Orsini

Quando Roma fu sconvolta dalle sommosse, che portarano alla proclamazione della Repubblica, fu proprio la Rocca ad alloggiare al sicuro tra le sue mura il pontefice Eugenio III, fuggito dall'Urbe in fretta e furia insieme ai suoi cortigiani. Era il 1145 e, per ospitare degnamente il successore di S.Pietro, fu allestita una “sala del trono” divinamente affrescata (tali opere sono andate perse in seguito ad un crollo verificatosi nel Settecento).

Fu il cardinale Giovanni Colonna, in urto col pontefice Gregorio IX, ad occupare nel 1240 il feudo e a realizzare vari lavori nella Rocca trasformandola in un residenziale Palazzo baronale. Fu rinforzato il maschio (adibito probabilmente a locali per la reclusione dei prigionieri), furono trealizzate le merlature e i torricelli.Le stanze, destinate agli alloggi padronali furono affrescate e decorate. L'Oratorio fu completamente ristrutturato. Il feudo di Montecelio passò in seguito nelle mani di svariati feudatari legati al papa (Gottifredo, Colonna, Capocci). Occorre infatti ricordare che il pontefice, fino alla presa di Roma nel 1870 e quindi all'unità d'Italia, ebbe un potere illimitato detenendo sia il potere spirituale che quello temporale per cui faceva “il buono e cattivo tempo”.

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