Piccole case d'avorio
con gli occhi di smeraldo,
tutte uguali,
tutte in fila come noi
con i piedi nudi sull’asfalto
a scattare, a rincorrerci
giù per la discesa,
giù sino alla “Z”*,
per accendere il gran falò
e farlo più alto che si può.
Far le impronte nella calce morbida
e ancora correre,
a dissetarci, a bagnarci
nei laghetti di zolfo
con sciami di libellule e con Jackie**.
D’inverno poi,
a cercare
muschio sotto la ferrovia
ove i chiodi mutano in coltelli,
o brillanti pietre d’onice
per scommettere figurine.
Infiniti calci ad un pallone
per ore ed ore,
tra polvere, testina e ciuffi d’erba,
sino a quando
si schiudevano gli occhi di smeraldo
e fischi, urla e fari s’accendevano
per far spegnere noi.
Via via anche il borgo
riempendosi s’è spento,
di nuovo non c’è rimasto nulla
solo case d’avorio sbiadito
e il forte ricordo…infinito.
*cartello stradale, punto di confine del quartiere
** cane meticcio mascotte del quartiere
di Paolo Cordaro
Paolo Cordaro (Raccolta AULENTI DINTORNI del 2009, edita da Progetto Cultura di Roma)
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo