Il 20 dicembre 1754 Abel-François Poisson de Vandiéres, marchese di Menars e Marigny, direttore dei Bâtiments du Roi (Reali Fabbriche) e fratello della marchesa di Pompadour Marigny, con lettera a Charles-Joseph Natoire, direttore dell'Accademia di Francia, accolse la richiesta di ammissione a favore di Hubert Robert «a questa condizione, che tale giovane venga ospitato all'Accademia e sia partecipe a raccogliere i frutti delle vostre lezioni e dei vostri studi». Insomma valsero le raccomandazioni dell'Ambasciatore di Francia, ma Robert però, a differenza di molti, seppe ripagare la fiducia di chi lo volle nella più prestigiosa istituzione artistica dell’epoca. E grande fu la lungimiranza del marchese di Marigny nel far ammettere Robert all'Accademia, d'altra parte lui stesso tra il dicembre 1749 e il settembre 1751 aveva soggiornato in Italia ed intrapreso il Grand Tour accompagnato dal pittore, disegnatore ed incisore Charles-Nicolas Cochin, dall'architetto Jacques-Germain Soufflot e dallo storiografo Jean-Bernard Le Blanc, con un viaggio che ebbe importanti conseguenze nell'evoluzione delle arti e del gusto in Francia. Poi come direttore dei Bâtiments du Roi dal 1751 al 1773 (record di longevità) incoraggiò la pittura di avvenimenti storici e il ritorno all'antichità nell'architettura, generando la nascita del neoclassicismo.
Nella nostra ricerca di opere poco note ecco questa tela conosciuta nel mondo anglosassone come "A river landscape with an artist sketching beneath a ruined temple, possibly the Temple of the Sibyl at Tivoli", (Paesaggio fluviale con un artista che disegna uno schizzo sotto un tempio in rovina, forse il Tempio della Sibilla a Tivoli), con firma sulla base della colonna in basso a destra: ROBERT, olio su tela, cm. 64,3 x 64 cm, collezione privata. Il lungo titolo in lingua inglese è giustificato dal fatto che l'opera, dopo un primo possesso francese, è stata preda del mercato antiquario di lingua inglese, ma certamente possiamo eliminare quel "possibly", perché certamente si tratta del tempio rotondo sull'acropoli di Tivoli.
Provenienza dell'opera: probabilmente la marchesa de Broc; probabilmente la contessa di Lantivy; Vendita anonima (Madame X), Parigi, Galleria Georges Petit (Maitre Henri Baudoin), 6-7 dicembre 1926, lotto 120; probabilmente con Georges Wildenstein & Co.; probabilmente con Leonard Koetser, Londra; con Colnaghi, Londra, da cui è stato acquistato da un collezionista privato nel 2000. Infine battuto all'asta da Sotheby's a Londra nell'asta "Old Master & British Paintings Evening Sale" il 9 dicembre 2009 ed aggiudicato per 145.250 sterline, cioè € 163400,00 compresivi di diritti d'asta. Esposto: probabilmente a Los Angeles nel 1933, nella Mostra "Five Centuries of European Painting", Museum of History, Science and Art, Department of Art, n. 35. Grazie all'autorizzazione dell'attuale proprietario mostriamo questo paesaggio classico magnificamente dipinto probabilmente nel 1770, dove Robert attinge ai suoi ricordi e ai suoi schizzi fatti a Tivoli da giovane.
Il tempio che incombe sulla destra della composizione con le sue colonne corinzie è indubbiamente ispirato al Tempio di Vesta o della Sibilla a Tivoli, anche se Robert ha preso, come altri artisti, ispirati dal medesimo Tempio, delle considerevoli libertà con il paesaggio circostante, raffigurato molto più dolce e più piano rispetto agli aspri dintorni di Tivoli. Robert realizzò numerosi disegni e tele ispirate a Tivoli, e un buon esempio di ciò è oggi a Valence, Musée des Beaux-Arts. Tivoli rimase uno dei suoi motivi preferiti e fu inserito in molti dei dipinti dopo il suo ritorno a Parigi nel 1765.
La più spettacolare di queste è probabilmente l'enorme tela del 1779 ora nel castello di Maisons-Lafitte in Francia. Molte delle reminiscenze di Tivoli e altri siti classici sono arricchite da figure di artisti che disegnano, sebbene raramente nei costumi di fantasia mostrati qui. I due artisti sono vestiti con un costume del diciassettesimo secolo con le maniche tagliate e questo potrebbe riflettere il gusto contemporaneo per l'esotico stile "spagnolo", caldeggiato dalla signora Marie-Thérèse Rodet Geoffrin (1699-1777), il cui salotto Robert frequentava, insieme agli enciclopedisti, scrittori ed altri artisti.
Il pittore introduce spesso nel suo lavoro riferimenti umoristici o acuti riguardo alla decadenza e al triste destino di molte rovine classiche (fu chiamato Robert des ruines), e qui la base che sorregge il tempio stesso è chiaramente usata come una stalla, da cui esce il bestiame per andare al pascolo, ed ecco forse spiegato il motivo del panorama circostante piano e dolce. Questo motivo è fantasioso solo in parte, perché, come mostrano chiaramente i disegni di Robert e opere di altri artisti, gli spazi di sotto il Tempio della Sibilla stessa erano come fienile e la zona circostante il Colosseo stesso era usato come pascolo per il bestiame da pascolo (il Campo Vaccino) fino all'inizio del XIX secolo. Ad un certo punto le sostruzioni sotto il tempio furono chiuse, lasciando solo piccoli spazi per l'aereazione, in quanto spesso si era tentato di scavare proprio sotto il tempio stesso, alla caccia di tesori, mettendone in pericolo la stabilità.
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