"Lavandières dans la campagne romaine" di Abrham-Louis-Rodolphe Ducros
Abbiamo già pubblicato due opere del pittore svizzero Abrham-Louis-Rodolphe Ducros (1748-1810). Dicemmo che Ducros, ritornato a Roma, nel 1799, dopo aver passato un periodo a Napoli, aveva compreso che la sua unica speranza di un lavoro remunerativo era quello di vendere souvenirs pittoreschi ai visitatori stranieri e si era specializzato ancora di più nel paesaggio all'acquarello, mettendosi in affari con l'incisore Giovanni Volpato (1732-1803) per produrre e diffondere delle vedute pittoresche di Roma e dei suoi dintorni incise all'acquaforte e colorate a mano. L'abilità di Ducros, secondo Didier Prioul, conservatore capo del Museo del Quebec, che ha ospitato nel 1998-1999 l'esposizione "Abraham-Louis Ducros-Un peintre suisse in Italie" è di essere riuscito a stabilire una sintesi del gusto della sua epoca e di creare delle opere che gli corrispondono. "Le sue immagini prendono forma secondo un fragile equilibrio che oscilla tra la geometria ed il sentimento".
Il conservatore prosegue sottolineando che il motivo dell'acqua che scorre, dei fiumi e delle cascate,
caratterizza quasi tutto il percorso del pittore. "I suoi contemporanei ammirano il grado di abilità al quale era giunto nella maniera di fare cadere le acque rendendo palpabile la leggera nebbia, umida e vaporosa, che le avvolgeva. Una grande parte delle sue composizioni è costruita secondo un ritmo doppio che associa gli elementi liquidi e solidi secondo rime molto contrastate: cascata e vegetazione folta, fiume e roccia a forte struttura geologica."
"Lavandières dans la campagne romaine"
A Roma è il protetto di Sir Richard Colt Hoare che gli trasmette a più riprese ordini. Con Volpato produce numerose incisioni così bene colorate che possono passare per acquerelli originali, particolare che gli assicura un notevole successo presso i turisti con limitate disponibilità economiche. Per dispetto a causa di questo successo e dei suoi appoggi, è sospettato di simpatie rivoluzionarie e costretto a fuggire da Roma nel 1793. Si rifugia negli Abruzzi dove dipinge i primi paesaggi conosciuti di quella regione. Nel 1794 ritorna a Napoli e produce numerosi acquarelli del Vesuvio e delle antichità della Campania. A Malta, con le truppe inglesi nel 1800-1801 dipinge delle vedute topografiche di La Valletta. Nel 1806, è di ritorno a Roma. La costituzione definitiva del Cantone di Vaud nel 1803 e la salita al potere di nuove autorità spiegano come nel 1804, a nome della "Société d'Emulation de Lausanne", abbia ricevuto un invito a ritornare nel suo paese per fondare una scuola di disegno. Nel 1807, è lo stesso Governo del Cantone di Vaud che l'incita ad aprire un'accademia, dopo aver lasciato Roma.
Ducros accetta, ma i suoi progetti non incontrano l'aiuto finanziario necessario. Muore a Losanna nel 1810, proprio quando era stato nominato professore di pittura all'accademia di Berna.
Nel 1811 le quasi cinquecento opere che aveva riportato dall'Italia sono messe in vendita e rischiano di disperdersi per sempre. Fortunatamente viene lanciata immediatamente una sottoscrizione pubblica per il loro acquisto e queste opere occupano un posto di primo piano nella presentazione permanente della collezione del Museo cantonale delle Belle arti di Losanna.
In questo delicatissimo acquarello su carta "Lavandières dans la campagne romaine", (nell'Esposizione a Losanna nel 1953 sotto il titolo di Vue prise aux environs de Tivoli; il titolo più adatto sarebbe Lavandières à Tivoli), databile al 1780, 53 x 74 cm., Musée cantonal des Beaux-Arts, Lausanne, inv. n. 876, è ben riconoscibile il lavatoio pubblico sotto Via delle Mole. Già Jean Honoré Fragonard (Grasse 1732- Paris 1806), ci aveva lasciato nell'estate del 1760 la sanguigna "Les Lavandières" (già pubblicata in questa rubrica). Vediamo come il pittore svizzero con il suo paesaggio ideale faccia a gara con la più nobile tecnica della pittura. Ci indica la chiave del suo successo trasportando la realtà in precisi modelli che sapranno suscitare delle reminescenze per i suoi clienti. Fragonard si era interessato all'esuberanza della vegetazione e alla luce, le sue figure, appena accennate, non attirano lo sguardo. Fragonard chiude la composizione con le case ed una montagna, Ducros apre la sua composizione verso la campagna romana.
Per Ducros il bisogno di chiudere la composizione è un ricorrere alla vecchia convenzione fiamminga della composizione divisa in due da una violenta diagonale: chiusa verso l'osservatore, aperta in lontananza. La sua autentica trovata è quella di far affiorare l'acqua al bordo dell'acquarello. Limpida e sfavillante, intorpidita dalla biancheria che vi si sciacqua, rimanda alla potenza simbolica dell'acqua dolce e della sua purezza. L'acqua del lavatoio diventa la fontana dei lavori quotidiani e le lavandaie agiscono come mediatrici.