In "Patroni e Feste Patronali nel Lazio" di A. Crielesi, Comune di Mandela, 13 settembre 2003, apprendiamo che nel 1581 la chiesa di S.Nicola ospitava nel suo interno, costituito da una sola navata, oltre naturalmente all'altare maggiore (consacrato alla Madonna), altri due altari: uno dedicato a San Nicola e l'altro alla Vergine del Rosario. C'era anche la Cappella del SS.mo Crocifisso; quest'ultima era in carico alla compagnia dei Flagellanti mentre il predetto altare di S.Nicola era "gestito" dai Massari. In occasione della festa del Santo patrono (molto sentita nel periodo medievale) veniva sorteggiato, tra coloro che si erano dichiarati disposti a ricoprire la carica di capo dei festeggiamenti, il "Signore della Festa".
L'eletto si assumeva il dovere di ospitare presso la propria abitazione per un anno la statuina o l'immagine del Santo (detta "Bacchetta del santo") nonché di pagare ai Massari una certa somma. Il sopra citato Crielesi ricorda che il 12 marzo del 1585 si verificò un episodio inaspettato: nella vicina Percile fu ucciso dai gendarmi pontifici Memmo Picone di Pietrademone, capo di predoni che terrorizzavano la popolazione locale.
La sua uccisione fu accolta con gaudio anche dalla gente di Bardella e Cantalupo che, pensando di essere stata protetta da San Gregorio Papa a cui il giorno 12 marzo era dedicato, per ringraziarlo eresse nella chiesa di S. Nicola anche un altare dedicato a S.Gregorio, elevandolo al grado di compatrono e iniziando a incrementarne il culto (con relativa Festa) che oscurò per un certo periodo quella dell'iniziale patrono. La popolazione in estate provvedeva alla raccolta in natura per realizzare la festa di S.Gregorio. Le modalità erano le stesse prima descritte: veniva anche in questo caso eletto un Capo festa che doveva impegnarsi a custodire a casa propria l'effigie del Santo (detta anche in questo caso "Bacchetta del Santo") ed a versare una "quarta" di grano ai Massari locali.
La festa iniziava con la celebrazione di un certo numero di messe. Seguiva poi la processione a cui partecipava tutta la gente, sfilando, secondo il rango sociale di appartenenza, dietro la "Bacchetta" mentre gli archibugi sparavano in alto in segno di giubilo. Alla sera si svolgeva la "Cena di elemosina", una panarda. Ospite d'onore era naturalmente la Bacchetta di S.Gregorio; partecipavano al banchetto, rallegrato dalla musica, un centinaio di persone (una per famiglia).
Si mangiava come durante la Vigilia: pesce di acqua dolce e di mare (essiccato), legumi, broccoli, insalata, ciambelle e la "panetta" (antenata del maritozzo). Non si mangiava solo ma, tra una portata e l'altra, si pregava anche. Chi volesse approfondire l'argomento e conoscere anche il menù della Panarda di S.Gregorio Papa, può consultare il citato opuscolo del Crielesi da cui sono state tratte in maniera sommaria alcune di queste notizie.
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